La madre può chiedere il mantenimento all’ex marito anche se le figlie maggiorenni si sono trasferite per lavoro e studio

La richiesta della donna torna alla ribalta. Per i giudici, tuttavia, è essenziale valutare se quest’ultima continua ad essere il punto di riferimento per le due figlie

La madre può chiedere il mantenimento all’ex marito anche se le figlie maggiorenni si sono trasferite per lavoro e studio

Il caso in esame si concentra sull'assegnazione del mantenimento per due figlie, anche se entrambe maggiorenni, laureate, trasferite per motivi di studio in una nuova città. Nella disputa tra Paolo e Francesca (nomi di fantasia), viene discussa la richiesta di Paolo di ridurre l'assegno di mantenimento stabilito in precedenza per le figlie, sostenendo che la madre ha perso il diritto di riceverlo poiché le figlie non convivono più con lei. I giudici del Tribunale rimarcano che il trasferimento per motivi di studio non implica la fine della convivenza con la madre.

In appello, i giudici ritengono che le figlie potrebbero accedere ad esperienze lavorative qualificanti in linea con il contesto familiare e socio-economico. Pertanto, Francesca non è più tenuta a ricevere il contributo al mantenimento da Paolo, poiché le figlie non convivono più con lei e possono fare richiesta autonoma al padre. Tuttavia, i giudici non conferiscono alle figlie una piena autosufficienza economica, ma sottolineano la loro professionalità consolidata nel mondo del lavoro.

Paolo, con il ricorso in Cassazione, sottolinea che la capacità lavorativa acquisita dalle figlie conduce alla conclusione che la convivenza con la madre non esiste più, eliminando così il diritto di Francesca di chiedere l'assegno di mantenimento. La Cassazione ribadisce che la convivenza dipende dalla presenza effettiva del figlio presso l'abitazione del genitore.

I giudici suggeriscono una valutazione più dettagliata per ciascuna figlia, in particolare se l'abitazione materna sia un punto di riferimento stabile e se la madre sia ancora la figura di riferimento per il loro sostentamento. La documentazione presentata in giudizio dimostra le attività lavorative e il ritorno frequente delle figlie presso l'abitazione della madre: di conseguenza, si riconosce la necessità di una nuova valutazione della questione in appello (Cas. n. 30179 del 22 novembre 2024).

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